giovedì 28 febbraio 2008

Cinema a Dublino


È appena terminato il Jameson Dublin Film Festival. Uno dei peggiori festival che abbia mai visto. Lungo una decina di giorni il festival ha proposto dei film “non di cassetta”, anche se d’innovativo c’era ben poco. Pochi eventi (unica eccezione gli U2 che presentavano “U2 3D”), nessuna rassegna e davvero nessun filo conduttore. Un ammasso di film proiettati ogni due ore al prezzo di 10 euro nelle principali sale di Dublino. Tutto pareva come un grande spot della Jameson che ha riempito di gigantesche sedie di legno da regista la capitale irlandese. Nonostante questo la gente desiderosa non dei soliti film è accorsa numerosa e dopo pochi giorni i posti per film serali erano tutti esauriti. Io ho visto Silent Light (una storia d’amore e di odio girata in Messico in dialetto olandese, voto 7,5) e l’ipnotico film israeliano Jellyfish (voto 6,5). Il festival è occasione per parlare di Cinema a Dublino. Vado al cinema quasi ogni la settimana e ho visto i principali cinema dublinesi. Questi i miei suggerimenti.
  • Cineworld Multiplex
Grande multisala a Parnell Street. Molti italiani fanno l’abbonamento annuale che per 19,99 euro al mese permette di andare in modo illimitato al cinema. Errore. Non fate la unlimited card! I film da vedere in questa mega multisala non sono più di un paio al mese. Inoltre se avete uno spirito rivoluzionario ricordate che i controlli vengono fatti solo salendo e non scendendo e potete tranquillamente fare come molti. Vi potete vedere il filmone blockbuster nella sala grande dell’ultimo piano e poi scendendo andate a vedervi agratis un film più di nicchia in una delle sedici sale più piccole dei piani inferiori. I bagni sono penosi.
  • Irish Film Insitute
Poltroncine scomodissime, audio parrocchiale, ambiente finto intellettuale, rassegne e film marcatamente provinciali, si trova a Temple Bar. Ad ogni modo ogni tanto si trova qualche buon film che non si proietta altrove. Un ottimo posto per far colpo con ragazze conosciute in associazioni o club. Magari dopo portatele a mangiare al Monty’s of Katmandu, il ristorante nepalese proprio di fronte all’IFI. Se siete arrivati là e avete un minimo di dialettica, il grosso è fatto.
  • Savoy
Cinque sale che proiettano film di cassetta e in prima visione. Storico cinema nella centrale O’Connell Street.
  • Screen
Cinema che proietta film d’essai e stranieri dalle parti di Tara Street. I film rimangono in proiezione anche quattro mesi di seguito. Ambiente deprimente. E’ dello stesso proprietario del Savoy, certamente preferibile. Per nove euro meglio un bel filmone d’azione con effetti speciali nel lussuoso Savoy che uno snervante film tedesco sottotitolato nelle sporche salette dello Screen.
  • UCI Coolock
Divertente multisala di periferia sempre piena. I film sono solo film di cassetta e in prima visione e ci vanno irlandesi in tuta da ginnastica che spendono una quarantina di euro per popcorn, bibite gassate, hot dog e nachos che sgranocchiano rumorosamente durante le proiezioni.
  • Pravda
Il Pravda è un locale decorato con murali e coreografie sovietiche sulla sponda nord del Liffey. Anche se non è di moda come un tempo il fine settimana è troppo affollato per i miei gusti. Meglio andarci durante la settimana. Quando spesso vengono proiettati film d’autore che è piacevole degustare con una pinta di Kilkenny.
  • Movies @ Dundrum
Gigantesca multisala nel più grande centro commerciale d’Europa. Ci sono stato una volta è ho avuto un attacco di agorafobia. Non ci sono più tornato.
  • IMC Dun Laoghaire
Il mio cinema preferito. Una semplice multisala vicino a uno shopping centre, ma non solo. Dimensioni non ciclopiche, Dolby SR, comode poltrone in morbido velluto blu elettrico, sale e bagni puliti, commesse simpatiche, clima rilassato, il biglietto costa un euro in meno che in centro. Raramente troverete file come altrove. E poi ditemi che c’è di meglio andare a vedersi un film all’IMC e poi fare una passeggiata al vecchio porto di Dun Laoghaire oppure ascoltare qualche concerto dal vivo al vicino Scott’s Pub prima che parta l’ultimo Dart?

Pic: Jameson Dublin Film Festival
Song: Paolo Conte - Un Fachiro al Cinema

domenica 24 febbraio 2008

Una domenica di fine inverno


E’ un giorno assolato di febbraio e io sono sul lungomare di Clontarf nella baia di Dublino, le ombre sono allungate e la luce è quella di un teatro di posa allestito per una pubblicità pop; nel mio campo visivo ci sono le Poolbeg Chimneys, delle signore che in tuta camminano veloci, un cartone di fish & chips vuoto sul prato che la brezza fa rotolare, e la linea azzurra del mare, di un celeste cupo che mi ricorda il cielo delle Dolomiti. E' stata una giornate di lunghe passeggiate a Wicklow. Il mio corpo è stanco, ma la mia mente ha ancora bisogno di aria fresca prima di tornare a casa.
Prima di venire a Dublino non mi ero mai chiesto quali fossero le ragioni profonde per cui un individuo attraversa la vita da solo, non si costruisce una famiglia, non cerca relazioni stabili, non ha figli eppure, nonostante tutto questo, non sia assolutamente definibile come una persona a cui manchi qualcosa. Nell’apoteosi della mia presunta solitudine, inseguita come un valore più che una necessità, io mi spingo a indagare altre solitudini perché mi insegnino come comportarmi. In realta' anche durante i miei sei anni di fidanzamento sono sempre stato solo. E per questo so cavarmela. Non ho problemi su come passare il tempo o le notti, mi piace scrivere, leggere, chiacchierare, di tanto in tanto con uno sconosciuto. Frequento associazioni, pub, coinquilini, colleghi. Con il gruppo dell’international dinner continuo a organizzare cenette e escursioni. Forse sono innamorato. Eppure non sono mai stato solo come da quando sono venuto vivere a Dublino.
A volte la mia vita irlandese mi ricorda i mesi che vissi a Reading anni fa. Non legavo con nessuno, andavo al cinema, vivevo in una stanza d’affitto di periferia. Soffrivo la mancanza di qualcuno, certo, di un abbraccio, di un amore, di un ambiente in cui riconoscermi ma non mi sentivo solo, perché sapevo che in Italia c’era qualcuno che mi aspettava e con cui avrei passato il resto della vita. Il mio viaggiare in Europa, Africa o America era più simile a quello di Ulisse in attesa di tornare alla sua Itaca piuttosto che a quello dell' Ebreo Errante senza patria in cui ritornare.
In questo la mia solitudine è ora differente da ogni altra solitudine che ho sperimentato o elaborato nel corso della mia vita. Sono cosciente che il mio immaginario ora è morto. Sono cosciente di averlo perduto. E di fronte alla sofferenza e al tormento che mi sono tornati in mente, ripensando agli incontri e gli amori dei miei anni universitari con una vecchia amica in visita in questi giorni a Dublino, capisco quando ho perso il mio immaginario.
Ma qui, in riva al mare, io mi sento tranquillo, come alienato, a camminare lungo la riva di un paradiso perduto. Un tramonto infuocato annuncia la notte. So che accanto a me in questa domenica di fine inverno, anche se così abissalmente distante da quello che sto provando, gli altri continuano i riti della vita, perdono tempo, cercano di divertirsi, di innamorarsi, di essere, in qualche modo felici. E a me questo non dispiace. Sono contento che ci sia vita intorno a me. Anche se stasera, camminando lungo la baia fra i corridori in tuta da jogging e le ultime coppie che stanche tornano a casa dalla gita domenicale, avverto il peso della mia età come una rivelazione.

Pic: Tramonto infuocato, Dublino

Song: Charlie Parker – Now's the Time
Link: www.teatroutopia.tk

sabato 16 febbraio 2008

Gaiety Theatre Late Night Clubs


Torna a Heindhoven Kathalijne, una cara compagna di escursioni e cene internazionali. Non posso che festeggiare il leaving party con il mio gruppo di amici internazionali che ogni mese si assottiglia. Noi pochi rimasti ci guardiamo durante la serata come fossimo dei reduci. Chi sarà il prossimo a partire? Quando sarà il mio turno?
Andiamo al Gaiety Theatre Late Night Clubs. Il biglietto di ingresso indica “DJ Satellite (RnB + Hip-Hop) + The Sunbeams (live) + Parchman Farm (live) + Cheeze It (Disco + 80s) + 2 movies on the big screen”. I movies sono “The Simpsons Movie" e “Il buono, il brutto e il cattivo”. Il Gaiety Theatre è un vecchio teatro vittoriano che si trova a South King St a Dublin 2. E’ un posto pieno di atmosfera, ideale per ascoltare nelle serate del fine settimana esibizioni jazz, rock o blues; le band si esibiscono il venerdì e il sabato per circa un migliaio di clienti di solito sempre gli stessi. Mentre nei pomeriggi e la sera il Gaiety è un teatro per la distratta borghesia dublinese con spettacoli decisamente deludenti (in genere scarti musical di Londra come il pessimo allestimento di Blood Brothers attualmente in cartellone), le notti dei fine settimana si trasforma in un locale eterogeneo, divertente e molto frequentato.
Questa nottata la pista è affollata di gente trendy che balla mentre nei tavolini l’atmosfera è più quella di un club. Mentre i miei amici si buttano sulla pista mi siedo con la mia Corona e guardo i video. Vago tutta la notte tra i piani del teatro. Mangio una Apple Pie che mi scaldano in un formo a micro-onde. Ascolto un po’ di conversazione, noto come ogni ora la fauna cambi e mentre un certo tipo di giovani dall’abbigliamento piuttosto ordinario se ne va, subentrino prima i post-punk, con le loro acconciature vertiginose, poi la Dublino giovane, con le loro camicie colorate e aperte sul petto o le loro svolazzanti gonnelline di viscosa color pastello nonostante i pochi gradi e infine i proto-dark che trasformano il locale in un meeting corvaceo e un po’ funereo, pur sotto i riflessi ameboidi dell’illuminazione psichedelica.
Il bagno è uno stanzone con una latrina unica che segue il perimetro del locale. Un “muro del piscio” con il canaletto di scolo zeppo di pani di naftalina. La gente entra e sbatte contro la parete di piastrelle rosse. Incontro Davide, un ragazzo piemontese che avevo conosciuto le prime settimane che ero da queste parti e facevo il business english course ed era nato il primo nucleo del mio international group di amici oramai quasi tutti nei paesi di origine. Davide mi parla di un party da una sua amica svedese e mi invita a seguirlo. Lo seguo. La serata è troppo affollata stasera e sono turbato dall’addio. In ogni caso tocca a me domani accompagnare Kathy all’aeroporto.
Cammino veloce fra la gente che balla, urtando i ragazzi, scostandoli con decisioni per farmi largo. Esco velocemente dal Gaiety Theatre. E’ bastata un’occasione così ridicola per farmi precipitare nella confusione e nell’angoscia. Respiro forte come ho imparato a fare quando facevo mezzofondo. Cerco di riprendere contatto con me stesso. Trovo una scusa e mi separo da Davide. Attorno il traffico notturno di South William Street scorre frenetico, attraversato da bande rumorose di ubriachi. Fermo un taxi e dico “Rosemount Avenue, Artane. Very fast, please. Very fast”.
Perché tutti vanno via? Perché mi lego a persone che poi mi abbandonano? Perché mi sento un turista permanente dopo 9 mesi? Eppure questa settimana ho firmato il mio nuovo contratto di lavoro e tra poco mi trasferirò nella mia nuova casa. Lavoro e casa sono nella citycentre. Guadagnerò quasi il doppio di prima. Dalla finestra del mio ufficio vedrò la Dublin Bay e la mia nuova casa georgiana. Non dovrei essere felice?

Pic: Gaiety Theatre, Dublin
Song: Francesco Guccini – L'avvelenata
Link: www.gaietytheatre.ie

domenica 10 febbraio 2008

Sulle strade di Dublino


  • Elastici per capelli
Sulle strade di Dublino si trovano elastici per capelli. Rossi, neri, gialli e bianchi, grossi, sottili, con punte metalliche, senza punte metalliche. Ogni giorno ne trovo almeno un paio. Evidente riflesso delle acconciature delle ragazze di Dublino. Pressochè tutte da bambine fino a 30 anni portano la coda. E per carità fanno benissimo. Forse sono un po’ omologate, ma se lo possono permettere. Code chiuse da elastici su colli chiari e lunghi. E bellissimi cappelli sottili e generalmente lisci di color biondo, rosso o castano. Poi dopo un po’ i colli diventano più taurini, i capelli più ingovernabili e il peso aumenta. La coda si taglia e si entra nel mondo delle non più giovani. Magari a soli 29 anni.
  • I centesimi
Sulle strade di Dublino si trovano i centesimi. Migliaia. Sui marciapiedi, dentro i negozi, nei sedili dei taxi, sopra i tavoli dei pub, nei bus stop, sulle strisce pedonali. Mai vista una città con così tanti centesimi sparsi ovunque. Se ne trovano nei luoghi più strani e pare che nessuno abbia interesse a raccoglierli. O quasi nessuno. Di solito stranieri e turisti non rimangono insensibile ai 5 o 10 centesimi abbandonati o smarriti. E allora vengono raccolti e conservati. Come Giulio e Francesco. Miei 2 ex housemates di Rovigo. Sono stati 2 settimane la scorsa estate a Dublino e raccogliendo i centesimi riuscivano a farsi un paio di pinte di birra il sabato sera.
  • Il vomito sul marciapiede
Sulle strade di Dublino si trova il vomito. Il secondo giornale irlandese, l’illeggibile Irish Independent, lo scorso settembre ha fatto un sondaggio intervistando i visitatori estivi della capitale irlandese. La domanda era: “Quale odore associate a Dublino?”. Sorprendentemente non ha vinto l’odore della Guinness o dell’Irish Stew, ma “l’odore del vomito”. Questo per qualche giorno ha indignato non poco i Dubliners, anche se in fondo anche loro sanno bene che se intendono uscire il fine settimana dovranno fare uno slalom non sui paletti di una pista di sci. In effetti il “to puke” è una panacea per quasi qualsiasi problema fisico per questo simpatico popolo di ubriaconi e ho visto per strada bambini che stavano male e madri che invitavano i pargoli a vomitare per rimettersi in salute.

Pic: Elastico per capelli, Dublin

Song: Mauro Pagani – La Citta' Aromatica
Link: www.drinkaware.ie

sabato 2 febbraio 2008

Sedotto: arte e sesso


A Londra è in corso alla Barbican Art Gallery di Londra “Seduced: Art and Sex from Antiquity to Now” la prima esposizione artistica vietata ai minori di anni 18.
L’esibizione parte dai vasi etruschi per arrivare alle stampe giapponesi e finire alla fotografie del ventesimo secolo di Robert Mapplethorpe sul bondage maschile. Ma anche affreschi romani, statue greche, acquarelli cinesi e manoscritti indiani e dipinti esuberanti di Fragonard e Boucher.
Tra gli oggetti presenti nella mostra la foglia di fico costituita per nascondere il sesso del David al fine di evitare rossori alla Regina Victoria quando la sovrana visitò l’opera di Michelangelo.
Interessante anche il Gabinetto Segreto di Napoli, amuleti fallici ritrovati in un bordello di Pompei, un autoritratto di Picasso in cui l’artista compie un bizzarro atto sessuale, schizzi di Rembrandt riguardanti persone che compiono atti sessuali contro natura.
Un'installazione chiamata The Voice of Sex permette ai visitatori la letture di testi come il Kama Sutra, Lolita e libri del Marchese de Sade.
In un sottile equilibrio tra arte e pornografia l’esibizione non ha paura di mostrare atteggiamenti sessuali espliciti e materiale censurato da altre mostre.
Il sesso nelle mani di fotografi ed illustratori anonimi presenti nella mostra degenera spesso in titillamento funzionale, più porno che arte. Questo confine è esplicitato da artisti contemporanei come Tommaso Ruff e Jeff Koons (primo marito di Ilona Staller, che ha dipinto su tele ad olio scene di film pornografici di Cicciolina trasformando immagini porno in “arte”), ma rimangono inimitabili Marcel Duchamp, Francesco Bacon e Andy Warhol con i suoi espliciti video del 1963 Kiss e i 26 minuti di Blowjob. La sensazione è che dopo Warhol tutti gli artisti d’avanguardia quando trattano il sesso scadano inevitabilmente nella pornografia.
Uno dei lavori contemporanei più impressionanti è Requiem, il video di una donna che gode per un cunnilingus e le sue espressioni facciali sono evidente trasposizione delle estasi religiose di sante medievali (qualunque studente di storia dell’arte ha osservato la natura intensamente sessuale delle visioni mistiche di Santa Caterina da Siena).
Dalla fine della storia antica, quando la ripugnanza cristiana per il corpo umano divenne la sensibilità dominante della cultura occidentale, molti lavori dai più grandi artisti del mondo furono censurati o nascosti a causa dell'oscenità supposta. Molto del materiale della mostra al Barbican fu nascosto alla vista generale in stanze speciali o armadietti, disponibili solamente a chi ritenutio immune dalla "corruzione". Tale prudery sembra comica oggi, ma la correlazione tra il puritanesimo e il suo apparente contrario, il libertinaggio, non è sempre ammesso. Come i puritani, libertini riconoscono il potere sovversivo del sesso, loro lo trattano semplicemente in un modo diverso; non è causale che il Marchese de Sade fu istruito da Gesuiti.
La presenza di così tante esplicite immagini sessuali ci fa domandare se esiste una distinzione assennata e sostenibile tra pornografia ed arte. Questo è un campo minato da cui non facile uscirne. Generalmente ci si riferisce alla pornografia riferendosi alla radice greca che si riferisce ad atti di prostituzione, cioè un atto essenzialmente commerciale. L’arte di solito comporta però anche un'operazione commerciale, tra artista e mecenate o acquirente; è semplicemente più ovvio il rapporto commerciale nella pornografia, che ha come suo obiettivo franco di eccitare il lettore o spettatore. Come ricordato dagli organizzatori della mostra, l'industria pornografica fa profitti enormi, maggiori di quelli delle più grandi società di tecnologia del mondo messe insieme. Questo non è un problema, quello che è veramente malsano è che la maggior parte del materiale che l'industria pornografica crea è violento, degradante ed illegale, specialmente nel caso di coinvolgimento di bambini.
In altre parole, il problema non sono i soldi, ma il potere ed il suo abuso. Guardato attraverso questa lente, il lavoro di artisti indubbiamente grandi diventa molto meno innocente. Il tema della seduzione, non importa con che meravigliosa arte sia disegnata, è una coperta che nasconde una fantasia di stupro come è la rappresentazione mitologica di Zeus e Antiope di Rembrandt.

Pic:
Seduced: Art and Sex from Antiquity to Now, London
Song: New York Ska Jazz Ensemble - Making Love
Link: www.barbican.org.uk