sabato 14 giugno 2008

Perché l’Irlanda ha votato no


Hanno vinto i no nel referendum tenutosi ieri in Irlanda sul trattato di Lisbona. Perché? Tranne il Sinn Fein tutti i partiti politici irlandesi da destra a sinistra erano per il si. Tutti i giornali erano per il si. Tutte le tv pubbliche e private erano per il si. I sindacati dei lavoratori, la potente associazione dei farmers, i massoni e gli intellettuali erano per il si. Le istituzioni finanziarie, le associazioni degli imprenditori, gli ambientalisti erano per il si. Eppure con il 53,4% dei voti ha vinto il no. Parrebbe paradossale per un paese sempre considerato europeista e che ha sempre sfruttato al meglio le risorse e le opportunità provenienti dall’Unione europea.
Quali sono i veri motivi che hanno portato alla sconfitta del Trattato di Lisbona in Irlanda e (forse) del sogno di una Europa Unita politicamente? Cerco di elencarli.
  • La maggior parte degli irlandesi, soprattutto dei ceti più popolari, non ha ben capito di che si trattasse. Il poderoso trattato, che tranne poche modifiche rispecchia la confusa e retorica costituzione europea bocciata da Francia e Olanda, è stato inviato nelle case di tutti gli irlandesi, ma pochi lo hanno letto o perlomeno capito. Non capendo di che si trattava l’affluenza al voto è stata bassa. Hanno votato circa il 50% degli aventi diritto. E quelli che hanno votato erano perlopiù i movimenti più motivato al no.
  • Nonostante il formale si dei loro rappresentanti, i contadini e gli abitanti della countryside hanno votato massicciamente per il no per paura di perdere i privilegi commerciali conquistati negli ultimi anni.
  • Il fattore identità è elemento fondamentale per l’Irlanda. Nonostante il Sinn Fein sia un partito minoritario nella Repubblica Irlandese, è forte la paura di perdere potere e autodeterminazione dopo la lunga battaglia per l’indipendenza dall’Inghilterra. Così come di perdere una neutralità sulle faccende internazionali di cui l’Irlanda è orgogliosa.
  • Con il trattato ci sarebbe stato una rappresentanza su basi demografiche nella scelta dei commissari e del Consiglio d’Europeo. E quindi mentre ora la piccola Irlanda conta quanto Francia o Germania nelle votazioni e nella rappresentanza, con il trattato, dove sarebbero contati meno i poteri di veto dei singoli Stati e di più le istituzioni centrali, si sarebbe vista ridurre il suo peso politico.
  • Con il trattato ci sarebbe stato un maggiore peso politico dell’Europa sui sistemi fiscali nazionali. E (erroneamente) questo ha portato molti irlandesi a pensare che con il trattato sarebbero aumentate le tasse. Anche per le multinazionali presenti in Irlanda grazie alla detassazione offerta che, secondo molti, sarebbero fuggite in massa.
  • Le multinazionali americane si sono schierate fortemente per il no al referendum. Per evitare nuovi regimi fiscali e per impedire una forza politica ed economica europea.
  • In queste ultime settimane Dublino è stata invasa da movimenti anti-abortisti, nazionalisti, noglobal di tutta Europa. L’opposizione al trattato è stata molto variegata: cattolici fondamentalisti, socialisti-marxisti, indipendentisti, protezionisti, contadini. Tutte organizzazioni molto ideologizzate e molto più motivate delle governative e formali organizzazione per il si.
  • Votare no è stato un modo di votare contro il poco amato governo in carica e in particolare contro il controverso taoiseach (pronuncia /ˈtiːʃəx/, il primo ministro irlandese) Bertie Ahern, dimessosi lo scorso mese per il suo coinvoligimento su episodi di corruzione. Nonostante le recenti elezioni il governo in carica è assai poco apprezzato dagli irlandesi. Cosa non cambiata con il nuovo taoiseach Brian Cowen ex ministro della finanza che per carisma fa apparire in confronto Gordon Brown una rockstar. La cosa buona è che con la vittoria del no si eviterà che il discutibile Ahern diventi di primo presidente dell'Unione Europea.
  • Gli irlandesi incominciano ad aver paura di perdere il benessere raggiunto negli ultimi anni e le novità svaventano. L’Irlanda sta affrontando la peggiore crisi economica degli ultimi trenta anni. L' inflazione proprio il giorno delle elezioni ha toccato il 4,7% annuo, e il 7,8% per il cibo, più della media europea. Al momento 200.000 irlandesi si dichiarano disoccupati, era dal 1967 che non si registrava una così seria caduta dell’occupazione. Come ben sanno gli italiani che sono venuti in Irlanda a cercare lavoro negli ultimi mesi, la situazione sta precipitando: si sono persi 47.747 posti di lavoro solo negli ultimi mesi. Il Prodotto Interno Lordo continua a peggiorare: era pari al 7,4% del 2006 si è passato al 5,3% nel 2007 al 2,4% del 2008 e per il 2009 il Central Statistics Office prevede il 2,1%. Per la prima volta da decenni nel 2008 il saldo di bilancio sarà negativo. Ormai si incomincia a parlare senza tabù di recessione.
  • L’Irlanda è un paese conservatore e estremamente cattolico. L’aborto è illegale e fino al 1995 lo era anche il divorzio. La mancanza della indicazione delle radici cristiane, nella costituzione europea prima e nel trattato ora, ha portato a una palese ostilità da parte delle pervasive organizzazioni cristiane irlandesi. Ha guidato la campagna per il no “Libertas”, un movimento d'opinione cristiano pare finanziata da lobby ultraconservatrici americane e guidato dall'uomo d'affari Declan Ganle. Alla UE Libertas rimproverava le tentazioni filo-abortiste e ieri, nella loro sede di Dublino, fra cori sacri e statue della Madonna, una svastica copriva la carta dell' Europa, e i manifesti avvertivano: “Ascoltiamo Nostra Signora di Fatima che ci invita alla conversione per evitare il castigo... come cattolici respingiamo il trattato di Lisbona, che non contiene una sola parola su Dio!”.
Pic: No to Lisbon, Pearse Street, Dublin
Song: Christy Moore - Only our Rivers Run Free
Link: www.libertas.org

20 commenti:

Roberto ha detto...

Personalmente sono europeista e credo profondamente che sopratutto per l'Irlanda in recessione (come tutti i paesi europei) sarebbe stata un'ottima occasione la ratifica del trattato di Lisbona, un'Europa forte puo' frontaggiare la crisi. Occasione persa... restano almeno gli aquiloni sulla spiaggia di Bull Island.

Anonimo ha detto...

Credo che se tutti gli Stati membri avessero indetto un referendum come ha fatto l'Irlanda, in molti avrebbero votato un bel NO.
Le ragioni variano da stato a stato ma la cosa che mi sembra accomunare tutti è una forte incertezza per il futuro e una grossa mancanza di fiducia nei rispettivi governi che spesso sono sentiti come entità lontane dalla realtà.
In un contesto del genere è quindi difficile sperare che la gente riponga fiducia in un parlamento europeo che è visto e sentito ancora più lontano.

Anonimo ha detto...

interessante il post. soprattutto per chi sta in italia, dove nessuno ha spiegato le ragioni del no (ieri su repubblica c'era un articolo in cui si definiva il sinn fein "partito socialista"!), ma ci hanno rifilato la solita carrellata di commenti inutili dei rappresentanti dei partiti italiani: la lega pare sia assai contenta e il simpatico calderoli beve guinness da 3 giorni. in italia ha avuto più risalto la storia del cucciolo di rinoceronte bianco nato allo zoo di dublino una decina di gironi fa...

bacco1977 ha detto...

Grazie Utopie.
Ti assicuro che si puo' esse Europeista anche essendo Cattolico e Conservatore. Ovviamente, in tal caso, si chiede all'Europa qualcosa di diverso. Ma avere un Europa che non parli con una voce unica e' cio' che maggiormente spaventa i conservatori europei (la Merkel, Sarcozy, Berlusconi e Tremonti)
La tua analisi e' comunque corretta, nel senso che non c'e' nulla di falso, e sono esattamente quelle le ragioni che hanno portato il NO a vincere.
Pero' sei stato troppo professionale.
Quindi ti aiuto aggiungendo un punto al tuo elenco:

-Hanno votato NO perche' sono piu' ignoranti delle pecore che pascolano.

Io sinceramente, da quando sono qui, ho rivalutato il livello culturale dei miei connazionali.

Grazie per il post. Veramente utile

Anonimo ha detto...

Gli irlandesi si sono dimostrano miopi quanto i nostrani padani. Senza europa e euro in questo momento l'Italia starebbe vivendo un periodi di recessione ben peggiore di quello attuale. Abbiamo il culo parzialmente parato grazie all'europa. Il popolo ragiona spesso con lo stomaco e non con la testa, ecco perchè in Italia, come nel resto dell'Europa ci sono forti correnti antieuropeiste. Far decidere le sorti dell'europa a un manipolo di zotici farmers e donnine antiabortiste mi pare follia. Del resto i grossi cambi sono sempre stati imposti dall'alto, compresa pure la tanto decantata rivoluzione francese.
Perchè non facciamo decidere da un referendum la quota dell'irpef?
Ci sono questioni su cui il popolo non ha sufficiente conoscenze e previsione per il futuro. Come già detto, se l'euro fosse dovuto passare per via referendaria oggi saremmo alla fame.
Ora si andra' presumibilmente avanti con un "nocciolo duro" guidato da Francia e Germania per fare un europa a 2 velocita'. Bisogna vedere se l'Italia con il peso che ha la lega fara' parte del club...

Anonimo ha detto...

@Markus: se l'Italia e' con le pezze ai pantaloni non e' certo merito del popolo bensi' dei delinquenti che hanno speculato sui contributi europei con i fallimenti di aziende agricole, nonche' di un governo ripieno di incompetenti ed impossibile da eradicare nel breve termine (non importa se di destra o di sinistra).

Magari e' vero, gli Irlandesi hanno votato con lo stomaco. Ma secondo me e' meglio "fallire" per propria mano che fallire per far guadagnare solo pochi altri.

Gli Irlandesi saranno anche pecoroni, ma per lo meno sono solidali tra se stessi e se devono patire la fame lo fanno tutti insieme.
Si puo' dire lo stesso per gli Italiani.
Per me no, visto che siamo famosi per venderci per un piatto di lenticchie.

@Uto: come gia' ti dissi, bel bel bel post! Tutto merito del Google Test!!!

ColuiAlQualeDicestiMiSembriIlBenveEtc...

Anonimo ha detto...

@ colui : ma che sei un fan di beppe grillo anche tu? Il tuo mi pare (in)sano qualunquismo. in italia esiste la democrazia e i politici ci vanno dopo regolari elezioni (anche se con sistemi elettorali medioevali come l'attuale). facile lamentarsi dopo averli votati o essersi astenuti. non sono un esperto di politica irlandese, ma i politici irlandesi si sono mostrati migliori del popolo che rappresentavano. la stessa cosa e' tutto sommato in italia. oppure pensi che basti levarci dagli zebedei berlusconi e d'alema per risolvere tutti i problemi italiani? noi abbiamo i politici che ci meritiamo. e per fortuna i nostri rappresentanti sono piu' europeisti e saggi del popolo bue che rappresentano.

bacco1977 ha detto...

Ragazzi, state perdendo il filo.
L'Irlanda era l'unico paese che non poteva permettersi una decisione del genere.
Solidali???

Non lo so, ma solidalmente, hanno fatto una cazzata.

Anonimo ha detto...

forse sono andato OT ma mi sono stancato degli italiani che se la prendono con la "casta" e non guardano le loro azioni (e non ce l'ho con "colui" sia chiaro). Comunque siamo d'accordo: gli irlandesi hanno fatto una cazzata.

Anonimo ha detto...

Ciao, leggo il blog da qualche mese perche' pensavo di trasferirmi in Irlanda questa estate o il prossimo autunno. Mi hanno lasciata perplessa le notizie negative macroeconomiche. L'irlanda sta diventando come l'italia? Proprio ora che mi ero decisa a partire? :(
gemma

bacco1977 ha detto...

Da barbaropoli:

http://www.identitaeuropea.org/archivio/articoli/blondet_irlanda.html

Anonimo ha detto...

@Markus: non ho apprezzato affato l'etichetta di fan di Beppegrillo che mi hai appioppato.
Io sono stanco dei qualunquisti come te che danno del Beppegrillista a chiunque pensi che "diversi parlamentari" debbano andare in galera.
Detto questo, non sapevo che la trasmissione Report di RaiTre (della quale, ebbene si, sono un grande fan!) fosse diretta da BeppeGrillo.

In una cosa sono d'accordo pero'. E' vero, vi meritate il governo che avete.
Io, personalmente, non mi sento di meritarmelo.

Tornando in tema, ieri la mai Irish Teacher ha declamato papale papale la sua ignoranza sul Trattato di Lisbona, motivo per il quale si e' astenuta. A quanto pare non solo la gente ignorante non ha capito il trattato e il motivo del referendum. Questa cosa mi ha un po' deluso.

ColuiAlQualeDicestiMiSembrilIlBenveEtc...

antonio ha detto...

Utopie, due domande riguardo questa tua affermazione:

"Il Prodotto Interno Lordo continua a peggiorare: era pari al 7,4% del 2006 si è passato al 5,3% nel 2007 al 2,4% del 2008 e per il 2009 il Central Statistics Office prevede il 2,1%. Per la prima volta da decenni nel 2008 il saldo di bilancio sarà negativo. Ormai si incomincia a parlare senza tabù di recessione."

1) sai cos'e' la recessione? Se il prodotto interno lordo cresce non c'e' recessione
2) sai quanto e' cresciuta l'EU15 nel 2008? o quanto sono cresciute francia o germania per esempio? Sai quali sono le previsioni per il 2009? Se si' citale, sai che comunque questa crescita irlandese sarebbe sopra le previsioni per l'EU15? (se veramente questi fossero i dati).

Per il resto non ho nient'altro da dire perche' sono abbastanza fed up con queste analisi economiche da quattro soldi di aspiranti blogger economisti.

Ciao,
Antonio

Anonimo ha detto...

@ colui: "il governo che avete"? hai cambiato cittadinanza? io sto in italia e resisto e lotto per un paese migliore. nonostante i miei concitadini assueffatti al nulla o in in fuga all'estero. Io lavoro in una istituzione fortemente mafiosa e di casta e ti garantisco che mi sarebbe facile andare all'estero dove guadagnerei assai di piu'. Ma se tutti partissero chi rimarrebbe in Italia a costruire un futuro anche per quelli che all'estero prima o poi torneranno?

@ marlonbrando: "aspiranti blogger economisti"? guarda che utopie sembrerà anche un cazzone (e in parte lo e') ma ha un master's degree in economics, un master's of sciences alla School of Management del Politecnico di Milano e una specializzazione in non ricordo cosa alla University of Reading. Ha scritto un paio di libri di economia e non so quante dozzine di articoli economici e fatto conferenze su aspetti economici in giro per l'europa. E tu? Hai fatto ragioneria?

utopie ha detto...

# roberto: e tu ricorda ricorda di dare da mangiare ai daini per consolarti. :)
# bacco: l'ignoranza rientrava nel punto primo. cmq sono d'accordo che la minoranza consapevole e colta italiana e' la migliore del mondo (forse sola gli "odiati" francesi ne hanno una simile) e mi manca. peccato per la maggioranza.
# gemma: la situazione non è delle più felici e non lo sarà ancora per almeno un paio di anni (forse ci sarà una ripresa nel 2010), ma andare via dall'italia e venire in irlanda non è solo cambiare o trovare lavoro, ma cambiare e trovare una nuova società, magari più meritocratica, multiculturale e giovane. E l'irlanda lo è ancora nonostante i meno lavori disponibili e i salari più bassi di soli 6 mesi fa.
# markus: ma io credo ancora nella democrazie e mi becco volentieri le conseguenze. anche se un tempo avrei preferito l'aristocrazia. il sapere che ci sei tu in italia a preparare un felice futuro dell'italia mi ha convinto a stare all'estero ancora per un po'... marco non amo avvocati difensori (e hai dimenticato il corso di origami del 1997) e non toccarmi colui!
# colui: quando sento google test ho gli incubi. indovina a cosa mi esercito stanotte?
# antonio: a me piace il confronto e sentire opinioni diverse dalla mia, ma come ti avevo già detto nel mio blog non tollero offese a me (come ora) o ad altri lettori (come in passato). da questo momento i tuoi brillanti commenti non sono benvenuti in questo blog e ti pregherei di vistare altri blog in cui puoi con piu' libertà litigare e insultare chi non la pensa come te. grazie.

Anonimo ha detto...

ciao mz,

per quel che mi e' sembrato di capire leggendo on line i quotidiani inglesi (che si sono interessati alla campagna) e irlandesi, al solito chi ha fatto campagna per il si' ha mostrato la consueta arroganza di derivazione brussellese che si esprime con la formula 'Dovete votare si' perche' non vorrete certo essere voi quattro zotici a bloccare il grandioso processo di costruzione europea'.

Ora, il trattato di Lisbona era pieno di rimandi a mille altri trattati del passato, ed in generale illeggibile (tanto che il taoiseach, insomma il prime minister Cowen, ha candidamente ammesso di non averlo letto per intero neppure lui) ed in generale illeggibile.

Il poco che gli irlandesi hanno capito bene era, come hai scritto, che:

- i paesi piccoli non avrebbero avuto piu' un commissario ciascuno (come ora) ma lo avrebbero avuto a rotazione.

- non c'era piu' l'unanimita' ma la maggioranza qualificata (leggi: i piccoli contano meno)

- maggiore coordinazione fiscale (leggi: devoluzione di parte della politica fiscale, dopo la rinuncia totale all'indipendenza della politica monetaria a favore della BCE)

Non so se dimentico qualcosa, ma alla fine i quattro zotici hanno giustamente messo sulla bilancia quel che perdevano, e non vedendo alcun guadagno chiaro hanno preferito mantenere lo status quo.

Torno al punto col quale ho iniziato: se la capacita' di comunicare i benefici derivanti da una maggiore integrazione europea e' zero, non c'e' da stupirsi se i popoli, quando chiamati a votare, preferiscono un presente conosciuto ad un futuro incerto.

Inoltre il problema di come ripartire i benefici dell'UE tra grandi e piccoli esiste eccome (vedi il diverso modo con il quale nell'area UME sono state trattate le procedure per deficit eccessivo relative al Portogallo prima, a Germania, Francia e Italia poi, tra il 2002 e il 2004).

Mi scuso per la lunghezza del commento, ma dar di bestia sempre al popolo mi ricorda la famosa battuta di Brecht che, commentando i primi moti di rivolta del '53 nella DDR, disse che se il governo non rappresentava piu' il popolo era ben il caso che il governo avesse il diritto di scegliersi un altro popolo !

g.

P.S.: Sono ben felice di confrontarmi con chiunque sugli argomenti che ho espresso, pero' mi farebbe piacere essere rispettato. Grazie in anticipo

Anonimo ha detto...

non vorrei passare per uno che non rispetta il popolo o che non ama la democrazia (per quanto come sistema sia ineffficente e imperfetto). dico solo che su alcuni punti non e' pensabile che possa esperimersi il popolo perche' non ha gli strumenti per capire i problemi. pensate al referendum sul nucleare in italia. L'italia e' nella morsa degli arabi e abbiamo il costo dell'energia piu' alto d'europa. andra' bene a moratti e ai suoi sperperi calcistici ma il sistema paese ne soffre. ripeto che i politici sono meglio degli elettorii (anche in italia con tutti i condannati che siedono in parlamento).

uto> ho dimenticato anche il corso di canoa all'idroscalo. ti ricordi? io vedo ancora nadia e paolino...

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti, belli e brutti,

rispondo alla risposta di markus.

Sono d'accordo con te circa il fatto che la democrazia sia il sistema politico piu' inefficiente (nel senso che il rapporto risorse impiegate/risultati ottenuti e' il piu' basso), e d'altra parte e' scritto su tutti i manuali di scienza politica... pero' cio' e' vero proprio perche' in democrazia tutti i diversi interessi in gioco si confrontano e contemperano vicendevolmente in un processo lungo e (chiaramente) costoso, mentre nei sistemi che sono poco o per nulla democratici gli interessi arbitrariamente scelti dal potente di turno vengono privilegiati, con un meccanismo che, appunto, e' si' efficiente e rapido, ma anche arbitrario e non equo.

A tuo avviso 'su alcuni punti non e' pensabile che possa esperimersi il popolo perche' non ha gli strumenti per capire i problemi'.

Sono d'accordo con te, per i problemi 'tecnici' (sorvolo sull'esempio che porti perche' non voglio divagare), ma nel caso del referendum irlandese c'era una devoluzione di competenze ad un altro governo (uso l'espressione in senso lato) ed un cambiamento delle regole del gioco dell'UE (il passaggio dall'unanimita' alla maggioranza qualificata), ed un Paese sovrano che voglia ancora definirsi tale dovrebbe chiedere ai proprio cittadini di pronunciarsi in merito.
Laddove non si fa, a mio avviso, si sceglie semplicemente una scorciatoia che non fa onore a chi la usa.

E se i funzionari dell'UE non sono capaci di spiegare i cambiamenti che si vogliono apportare al Trattato di Nizza (quello attualmente in vigore) non ne escono bene, ne' loro ne' il processo di integrazione europea che al momento e' in mano a personaggi la cui mediocrita' e la cui inadeguatezza (vedi il presidente della Commissione Barroso) gridano vendetta al cielo.

Io non so se i politici siano meglio degli elettori, ma ripeto che in caso di passaggio di competenze o di cambiamento delle regole del gioco il popolo dovrebbe essere consultato, altrimenti oggi le prerogative degli stati nazionali si trasferiscono a Bruxelles, ma domani le file degli antieuropeisti che lamentano la tecnocrazia e la scarsa democraticita' dell'UE si moltiplicheranno per dieci, e il processo di integrazione perdera' via via legittimita'.
E l'UE e' gia' troppo lontana dai suoi cittadini per aumentare ancora di piu' le distanze.

L'inadeguatezza dei vari Barrosi (di nome e di fatto) sta proprio in questo: vogliono fare tutto e subito, cosi' da potersi mettere una medaglia sul petto e dire 'Questo l'ho fatto io', mentre una costruzione richiede tempo e pazienza, se la si vuole solida.

Fino all'UE a 15 tutto e' andato bene; dopo, da Nizza inclusa in poi, e' stato tutto un compromesso al ribasso. Ci vorrebbe un altra presidenza lungimirante e paziente come quella di Delors...

g.

Anonimo ha detto...

Caro utopie
su questo referendum ho commentato fino alla noia (che sembra ormai un termine ben adatto a quest'Europa pachidermica) sul mio blog e quello di altri, però vorrei lasciare un paio di commenti anche a te. Concordo con gran parte delle motivazioni da te elencate, ed infatti aggiungerei che Sinn Fein ha fatto un bel papocchio: si arroga il fatto di essere probabilmente l'unico partito socialista sopravvissuto nelle isole britaniche e poi si va a schierare con la destra ultracattolica per il no, accettandone le menzogne su cui quest'ultimi hanno basato la campagna. Ma mettendo da parte questa "minima" contraddizione politica (!), aggiungo al tuo punto, in cui dici che l'irlanda da sempre aspira ad un'indipendenza totale dalla GB, è che proprio in virtù di quest'indipendenza che questo paese DEVE rimanere attaccato saldamente all'Europa. Grazie al no, adesso si ritrova come alleati la destra Britannica (che gioia), proprio quella che elesse la Thatcher, e se esclusa dall'europa, l'irlanda si ritroverà sempre più dipendente dall'economia della sterlina britannica. Quando alcuni giornalisti l'altro giorno fecero questa domanda (logica) ad alcuni esponenti dello Sinn Fein, questi non seppero cosa rispondere e cambiarono discorso. Sembra una tattica costante degli shinners ultimamente...
Dopo questo sproloquio in favore del sì :) devo però concludere dicendo che la reazione della pachidermica Europa verso il voto Irlandese è sconcertante. Qui si parla di esclusione, lads. E le basi democratiche dell'unione?
Sono sconvolta.
È successio davvero un papocchio, da cui i politici europei non sanno come districarsi: non si aspettavano che il moscerino si sarebbe avventato contro l'elefante. A volte mi chiedo se i britannici non abbiano ragione...

Un'ultimissimo commento: non penso che l'irlanda del 2008 sia un paese particolarmente conservatore. Io sono qui dal '91 e ti assicuro che in confronto sembra di essere su Vega. Il no ha avuto motivazioni di "ribellione" più che conservatrici. Molta confusione, come giustamente hai sottolineato, ha inoltre portato più della metà degli elettori a non votare. Voglio dire, di "holy joes" che hanno votato no perché impauriti dall'aborto (come se già non ci fosse, qui ci sono agenzie specializzate -e legali- che ti organizzano viaggio e degenza in Inghilterra...), prostituzione (!) ed invasione di gay (giuro che queste cose sono davvero apparse nella campagna del no!) penso che siano, per fortuna, una minoranza.

Puntino ha detto...

leggendo i vostri commenti e il post di utopie mi viene da chiedere quale è il grado di istruzione di un iralandese medio?