mercoledì 30 luglio 2008

Bisogno di solitudine



Ieri un vicino di casa divorziato nella cui casa ero ospite mi ha detto: “Avevo da fare delle cose per me. Trovo importante potersi occupare di se stessi. Fare le cose esclusivamente per sé”. E apprezzo la sua scelta poiché penso che dedicarsi agli altri, totalmente, tradisca una perversione. Espressioni di carattere morale come “amore per l’umanità” o “amore per gli altri” mi sembrano prive di senso poiché a me - dopo tanti anni di cooperazione internazionale e volontariato - è impossibile in questo momento amare gli altri come un’entità astratta. Io ora voglio amare una sola persona, definitiva, storicizzata, esclusiva presenza nel mondo. Io voglio amare una persona alla volta, e se non voglio barare con me stesso, mi sento esclusivamente di fare questo. Nel mondo esistono gli antipatici, i nemici, gli odiosi, i malvagi. E io non ho assolutamente intenzione di amarli. Poiché non li ritengo esponenti della mia specie, né del mio genere.
L’egoismo che osservo nelle altre solitudini però mi appare a volte esagerato. In alcuni diventa vera e propria tirchieria, in altri essenzialità, in altri frugalità o nevrosi di ordine, pulizia, attenzione maniacale per la disposizione abituale delle cose e dei sentimenti. Come se la solitudine, quella accettata e rielaborata, avesse costruito, nel cuore dell’individuo, un atlante di percorsi sbarrati, di strade senza uscita, di sensi unici, di dighe, di barriere antisismiche in modo che qualunque sentimento o oggetto nuovo abbia un percorso prestabilito, all’interno, per vagare senza arrecare danno.
Quelle parole del vicino mi hanno incoraggiato, anche io voglio occuparmi di me. Ma poi stasera, mentre Johana la mia coinquilina praghese era sotto la doccia, ho incominciato a preparare dei calici di Messias Porto Vintage e dei piattini di Feta e Olive. E guardando dalla finestra sopra l’acquaio il giardino d’inverno interno, mentre riflettevo sulle caratteristiche della case irlandesi con piccole cucine, ho avvertito, alle mie spalle, la presenza della mia coinquilina, in accappatoio, come quella insidiosa, di una guardiana o di una osservatrice. L’educazione della mia coinquilina impediva che mi dicesse: “Fai respirare il vino! Scalda al forno il pane indiano! No, non è quella la temperatura giusta del tostapane!” ma quello che mi comunicava la presenza muta di Johana, che si frizionava i suoi lunghi capelli biondi, era esattamente questo. E ho desiderato fortemente di buttare il prezioso Porto comprato per lei e andare via da quella cucina troppo piccola per due sbattendo la porta.
Mi sono reso conto che il mio bisogno di solitudine non mi può fare appassire, distaccare totalmente dagli altri. Io sto cercando di dare una risposta al bisogno di me stesso. Voglio continuare a essere generoso, disponibile, aperto anche se capisco che le cose sono difficilmente conciliabili. La solitudine mi sta effettivamente cambiando. “Sono i trentacinque anni” - mi dice la ventiduenne Johana - “Il tuo corpo non risponde più come un tempo”. Ma io ho sempre il bisogno incessante di conoscere, curiosare, vedere gente, ambienti, paesaggi. Lei mi da questa giustificazione perché si accorge che da settimane non mangio più di notte, non cucino più alle tre di mattina, un momento assorto e silenzioso a lei caro, con le orecchie ancora otturate dalla musica del club, e la testa ronzante, fissa per minuti interminabili su una frase pronunciata al pub o sul sorriso di qualcuno.
In realtà sono altrettanto consapevole che l’età conta relativamente e che ciò che mi sta piegando non è un processo biologico ma l’addensarsi, il sedimento di un senso di colpa che non mi lascia mai, che si impasta con l’invecchiamento delle mie cellule, che ancora tarda a risolversi, a scomparire…

Pic: Docklands, Dublin

Song: Carla Bruni – Ma jeunesse
Link: www.utopie.it/numeri

venerdì 4 luglio 2008

Utopie interrotte


Utopie irlandesi va in vacanza. Per qualche settimana per vari motivi il blog non verrà aggiornato. Prima di interrompere il blog vorrei farvi scegliere il prossimo forse ultimo post. Potete sceglierlo, tra quelli elencati di seguito, votando nel sondaggio che trovate nella colonna laterale che lascerò per qualche giorno. In caso di parità sceglierò io tra i post più votati. Ad ogni modo molti dei restanti post, nel caso decidessi di mantenere e aggiornare il blog, troveranno probabilmente spazio in queste pagine in futuro.

Per lasciare spazio al nuovo sondaggio tolgo l’ultimo sondaggio “Perché andare a vivere in Irlanda?”. Per futura memoria ricordo i risultati avuti nel mese in cui era attivo: Per lavoro (voti 43, 53% totale), Per l'inglese (35 voti, 43% del totale), Per andare via dall'Italia (49 voti, 60% del totale), Per amore (9 voti, 11% del totale), Per l'Irlanda (45 voti, 55% del totale), Per altri motivi (4 voti, 4% del totale). Il totale supera il 100% perché erano possibili risposte multiple.


Ricordo infine che l’utoMeeeting si terrà come tutti gli anni anche quest’anno l’ultimo weekend di Settembre come al solito ad Arbatax e come al solito nella “country house”. L'utoMeeting è un momento di ri-unione con le persone incontrate durante i miei soggiorni all'estero, di solito sono incontri in carne ed ossa (ex colleghi, ex coinquilini, compagni di viaggio, etc.), ma volendo si può anche allargare a incontri tramite internet; se qualcuno dei lettori del blog vuole saperne di più mi contatti. I posti letto stanno terminando ma il free camping ha capienza quasi illimitata.


Questi sono i candidati ad essere il prossimo post:

  • Concerti
I concerti di una anno in Irlanda. Kila, Bruce Springsteen, William Coulter, Morrissey, Christy Moore, R.E.M., ew York Dolls, Joe Satriani, Madness, Mikołaj Trzaska. E gli altri.

  • Teatro a Dublino
Una sera al teatro? Meglio del cinema e della musica dal vivo, se lo spettacolo è valido. Dublino non offre tantissimo ma ogni tanto trovi gemme preziose in piccoli teatri semisconosciuti.

  • Perfect Days
Una giornata soleggiata, degli amici a cui vuoi bene, una località da favola. Sono tanti i motivi che trasformano una bella giornata in una giornata perfetta. Persi nelle isole Aran, in treno con Belen, nel quartiere cattolico di Belfast con i ragazzi dello Sinn Fein, in barca a pescare carpe a Carrick-on-Shannon.

  • Letteratura Irlandese Moderna
Il sorprendente mondo della letteratura irlandese contemporanea: Roddy Doye, Dermot Bolger, Joseph O’Connor, Colm Tòibin. Non solo James Joyce, Oscar Wilde e W.B. Yeats per migliorare il proprio inglese.

  • La mia Kasbah
Winter Garden, il meraviglioso block in cui abito. I party improvvisati nel patio, le serate a raccontare fiabe, i tornei di badminton, i vicini feticisti.

  • Viaggi Overseas
Tutti i weekend oltre il Cetic Sea che non vi ho raccontato. Isole Canarie, Lituania, Venezia.

  • A Cena con Utopie
I miei ristoranti preferiti di Dublino. Rigorosamente lontani dal centro.

  • Il Profumo dei Libri
Che fare il sabato pomeriggio a Dublino? Puoi stirarti le camicie oppure vagare per le meravigliose librerie di libri usati di cui è ricca la capitale irlandese. Indovinate cosa preferisco fare? Second-hand booksellers in Dublin.

  • Incontri - Seconda Sfornata
Cosa mi ricorderò tra 30 anni del mio periodo irlandese? Sicuramente gli incontri. I paesaggi si dimenticano, le amicizie e gli amori mai.

  • La Morte della Tigre Celtica
Come e perché è arrivata la crisi economica in Irlanda? C’è speranza per il futuro o nel paese dei pub e degli gnomi si tornerà a mangiare patate a colazione, pranzo e cena?

Pic: Is This Utopia?, Liverpool, UK
Song: Enrico Ruggeri - Il giorno del black out
Link: www.utomeeting.org