La mattina mi alzo prestissimo, attraverso il roseto, i pini, i lecci e i verdi campi di calcio gaelico del St Anne’s Park e arrivato alla Dublin Bay cammino verso il centro senza una meta precisa. Ad ogni passo queste strade e questi sentieri mi portano alla mente ricordi, incontri e scoperte. Sono poco più di sei mesi che le batto, ma queste strade le sento mie come se fossi qui da sempre. Con le signore della casa di fronte che mi scrutano sempre indagatrici quando mi vedono con ospiti, il “Get Fresh - Fruit and Vegetables” con le sue minuscole melanzane a 2 euro l’una con cui ho fatto tante costose Paste alla Norma e Melanzane alla Parmigiana, il south ground del St Anne’s con i suoi archi in pietra deturpati da writers, il "Luigi's" la paninoteca di Luigi italo-irlandese nato a Dublino nel dopoguerra da una famiglia scappata da un paese ciociaro fatto di "terre di sabbia e sassi", la Harmonstown Station con i suoi Dart che passano puntuali ogni sette minuti. In queste ore il mio quartiere mi piace. E’ vuoto e silenzioso. Il tempo cambia nel volgere di pochi minuti e dalla leggera neve del giorno prima esce un sole ventoso che allunga le ombre delle case e degli alberi e produce un chiaroscuro accecante, preciso, una sequenza di zone buie e zone di luce separate con una precisione millimetrica, come disegnate. Mi piace Artane. Mi piace il mio quartiere. Ma forse è il tempo di cambiare e cercare un’altra sistemazione più centrale.
Dedico la mattinata a visitare alcuni appartamenti. Casa dopo casa, alloggio dopo alloggio, vedo ciò che non avrei mai immaginato. Per prezzi che equivalgono a uno stipendio medio mi vengono mostrate stanze fatiscenti, alloggi trasandati e umidi, appartamenti sporchi, dalla moquette macchiata e puzzolente, armadi decrepiti e carta da parati marcia a cui si è data una mano di pittura. E, naturalmente, servizi minuscoli con lavandini ridicoli, infissi della vasca in legno fradicio e ventole al posto della finestra.
Quando ero uno studente avevo visto quello che di solito, nelle città universitarie, si affitta agli studenti: sottotetti, cantine, mansarde fatiscenti in cui d’inverno scoppiavano, per il gelo le tubature; soggiorni e cucine con divano letto adibiti a stanze da letto per sfruttare un affitto in più. Quando lavoravo in Albania, avevo visto le baracche del Kosovo, avevo fatto la coda nella bufera davanti ai camion delle latrine. E mi ero chiesto come una famiglia potesse vivere per anni in quella situazione.
Ora credo che rimarrò nella mia casa di Artane. Guardandomi attorno capisco che non è poi così male la mia sistemazione. Camera double (matrimoniale) in house condivisa con francesi e irlandesi. Pago 600 euro al mese che comprendono bills, connessione internet e lady cleaner ogni settimana. La mia camera è la più bella della casa: molto luminosa e molto calda (anche troppo e spengo il radiatore la notte anche in questi giorni di neve), grandissima, fornita di grandi armadi a muro, comò, scrivania, lampade, due poltrone in velluto verde, specchi, caminetto che parrebbe funzionante e un’imbarazzante carta da parati rosa. La casa è una tradizionale Irish house a due piani con gigantesco giardino per BBQ sul retro dove sta crescendo rigoglioso il cespuglio di rosmarino che ho piantato alcuni mesi fa, ampia cucina per i Saturday International Dinner, living room con poltrone Chesterfield e come sempre minuscolo e deprimente bagno. I coinquilini (seppur anche francesi) sono simpatici e ogni tanto ci facciamo una birra nel vicino pub o piacevoli chiacchierate in soggiorno intorno al fuoco o alla tv. L'irlandese ogni tanto m’insegna tipiche espressione di Dublino (prima o poi ci scriverò un post). Il landlord è tranquillo e posso con un piccolo sovraprezzo pagare ogni settimana e dare solo una settimana di preavviso nel caso andassi via. Affiancato alla nostra casa c'è un fornitissimo market Centra dove ormai le commesse mi chiamano per nome (per altro storpiandolo sempre). La mattina posso sentire il profumo del mare e delle querce aprendo le finestre.
Ok. Ho deciso. Per ora resto qua.
Pic: St Anne’s Park, DublinSong: Ray Charles – Hit Road Jack
Link: www.daft.ie