sabato 22 marzo 2008

St. Patrick’s Day


A Dublino questa settimana come tutti gli anni è ritornato il St. Patrick Day con la sua sfarzosa parata per le vie della città. Il migliore Paddy's Day da diversi anni, dicono da queste parti. Forse perché accompagnato da uno splendente sole. Non avevo mai visto la parata di San Patrizio. Non ero mai stato in Irlanda prima di trasferirmi a Dublino la scorsa primavera e associavo la parata solo alla sfilata prevalentemente di orgoglio gay che si svolge a New York ogni anno.
San Patrizio non è solo la parata, ma un festival lungo cinque giorni con oltre 3000 danzatori, performers e musicisti proveniente da ogni parte del mondo. Poetici i Pearl nei docklands con il loro spettacolo di “Plasticians Volants”, musica e fuochi d’artificio e divertente il St. Patricks Festival Comedy Circus al Tripod la sera con il surreale Dave McSavage. St. Patrick è anche una grande festa per adulti e bambini e Merrion Square per cinque giorni diventa un gigantesco playground: baby rave, cacce al tesoro, trampolini, giostre, artisti di strada, fanfare, hip hop e breack dancers, skate exhibition, gospel africani, tamburi brasiliani, danze catalane, raccontatori di favole, rassegne di cortometraggi, ricostruzione di giochi antichi.
Nel giorno di San Patrizio si riversano sulle strade di Dublino quasi un milione di persone. La parata parte da Parnell Square e attraversa tutto il centro città da nord a sud. Migliaia di turisti si stipano con ridicoli capelli verdi e trifogli dipinti sulle guance. Un grande e incontenibile rave. Per vedere la parata gli irlandesi e i turisti si portano scale da casa, si arrampicano sui monumenti, sulle cabine telefoniche e sui tetti, si mettono sulle spalle di compari, salgono in piedi sulle macchine parcheggiate vicino al percorso.
Io mi muovo per la città, come ipnotizzato, seguendo l’architetto, incollandomi al suo braccio. Il sole, nella tarda mattinata, diventa caldo. Ci fermiamo dalle parti di Dame Street. Improvvisamente risuona sulla strada il rumore di una corsa e il vociare di un gruppo di ragazzi. Apro gli occhi e mi guardo attorno come stordito. L’architetto m’indica il gruppo. E’ un gruppo di skangers, giovani, vestiti con tute con cappuccio e sneakers che approfittano di San Patrizio per fare un po’ di vandalismo (generalmente il 17 marzo è “tradizione” bruciare una dozzina di macchina nei quartieri del nord come Finglas). Gli skangers mi passano a fianco e un tipino biondino e slavato mi chiede se voglio del fumo. Rifiuto.
Un’agitazione crescente annuncia che la parata sta arrivando. Dapprima vedo una marching band che con le sue fanfare copre il rumorio della folla, poi è una festa di bande, ballerine in bikini floreali, coreografie celtiche, caroselli circensi, sbandieratori in pantacollant colorati, bikers d’acciaio enormi, dragoni di seta animati e aquiloni giganti. La gente è coinvolta nella parata e batte le mani, si lascia toccare dai funamboli, ride delle acrobazie dei giocolieri, sventola bandierine irlandesi e balla le musiche delle orchestre. La Garda protegge la parata rischiando più volte di essere travolta.
Le parate vanno vissute dal vivo. Non viste in tv. Dall’interno si viene coinvolti in un grande happening e si rimane storditi come ubriachi. Sono le dozzine di bande e le coreografie della parata l’anima del giorno di San Patrizio e ovviamente la birra a fiumi. La sera del Paddy’s Day si va alla ricerca della Guinness verde, la troviamo al sesto pub visitato, lo storico McDaid’s. A quel punto della serata mi ritrovo anche io un trifoglio dipinto sulla guancia e un idiota cappello verde sulla testa.

Pic: St. Patrick Day, Dublin
Music: Haut Debit - Funky Rabbit
Link: www.stpatricksday.ie

domenica 16 marzo 2008

Vado a vivere con Pippa


Oggi ho firmato il contratto. Tra cinque giorni mi trasferisco nella mia nuova casa nel quartiere georgiano. Per un po’ starò solo poi affitterò la twin room libera a due ragazze, dopo la laboriosa selezione dei giorni scorsi. Le “fortunate” che divideranno l’appartamento in centro con me sono Johana, una ragazza di Praga che insegna musica e che suona piano, sax, clarinetto e tuba (spero non la notte) e Pippa, una giovane avvocatessa di Sidney a Dublino per fare il tradizionale anno sabbatico australiano dopo la specializzazione. La selezione non è stata facile. Dopo aver segnalato il mio interesse a dividere un appartamento in centro nel blog, in forum e in daft.ie sono stato sommerso da contatti (mai in vita mia ho incontrato così tante donne interessate a vivere con me). Il criterio di selezione è stato: no francesi, no coppie, no animal party, no smokers, no francesi.
La casa si trova in Pearse Street, dalla parte del Trinity College e arrivo a lavoro in undici minuti “on foot”. Bisogna superare un labirintico giardino d’inverno per arrivare al mio appartamento e poi approdare ad un piccolo patio dove salendo su una scala a chiocciola si trovano le due stanze da letto (una double e una twin), due bagni, cucina, spaziosa living room con camino e terrazza. L’appartamento è pulito, arredato semplicemente e intonacato di fresco. Le pareti sono color pesca e non c'è l'odiata moquette, tutta la casa è ricoperta da un più igienico parquet. E’ presente NTL con internet banda larga, broadband e tv digitale (ancora per poco, non amiamo guardare la tv e pensiamo di tenerci internet e di disdire l'abbonamento agli inutili canali sky). La cucina è ben attrezzata e il bagno principale pare addirittura un bagno italiano, non uno di quelli sgabuzzini gelidi e privi di servizi che di solito sono presenti nelle case irlandesi.
Sulla terrazza, praticamente il tetto, incatramato e impermeabilizzato, di una parte dell’edificio si vede il Liffey e il Grand Canal. E’ vasto quanto l’appartamento, forse di più, situato su due livelli. A un lato una scala in muratura immette su un secondo terrazzino. Lì, accatastati, coperti da un cellophane appannato, ci sono i resti dell’estate: un tavolino pieghevole, qualche sedia bianca, vasi di fiori ormai secchi. Attorno altri edifici, un paio di palazzi georgiani, l’Holiday Inn, edifici in vetro in costruzione lungo il fiume. A New York potrebbe essere trasformata in una terrazza da sogno, ma Dublino è troppo bassa, troppo orizzontale e gran parte di quello che si vede è solo un indistinto cielo offuscato.
Negli edifici attorno, illuminati e senza tende alle finestre, si scorgono decine di persone alle scrivanie, alle tastiere di computer oppure a preparare la cena o a guardare la tv. Qua potrò invitare gente per il dopo-teatro, servire un barbecue, accendere uno stereo al massimo del volume, ballare tutta la notte senza infastidire nessuno. Potrei mettere una fila di lampadine sulle diagonali della terrazza e festoni di carta e tantissime candele e torce agli angoli. E poi cucinare qualche piatto italiano (o ceco o australiano). Magari potrei suonare con Johana. Potrei invitare i ragazzi dell’international dinner e i nuovi colleghi di lavoro. E i lettori del blog. La casa s’inaugura alla fine del mese. Contattatemi. Siete welcome.

Pic: Winter Garden, Pearce Street, Dublin
Song: Ornette Coleman – Happy House
Link: www.let.ie

martedì 11 marzo 2008

Il meglio di Dublino – Parte seconda


  • Custom House
Il più bel edificio di Dublino. La vecchia dogana è un colossale e magnifico edificio neoclassico che si estende per 114 metri lungo il Liffey tra le mostruosità architettoniche della city finanziaria lungo i docklands e la mostruosità esistenziale del Liberty Hall. Costruito alla fine del 700 si può ammirare la facciata dalla sponda meridionale del fiume, ma è un peccato capitale non girovagare all’interno e meravigliarsi del padiglione centrale, della cupola di rame con quattro orologi, delle volte composte da sette archi, delle arpe scolpite sui capitelli, delle statue sul tetto, dei busti delle divinità dei 13 principali fiumi irlandesi, delle teste marmoree di animali che rendono omaggio al commercio di bovini di Dublino, e di altro ancora. Il Department of the Environment, Heritage and Local Government si è recentemente spostata all'interno dell’edificio. Ed è un’ingiuria vedere impiegati pubblici che ciondolano svogliatamente tra uffici interni a interrompere la poesia del luogo.
  • L'internazionalismo
In quanti posti al mondo posso avere per colleghi di team quattro irlandesi, due polacche, due tedeschi, un olandese, due americani, un indiano, una ucraina, due italiani e una spagnola? E poi comprare il pane nel market lituano, farmi fare l’orlo dei pantaloni dal mio sarto etiope, mangiare al ristorante giapponese con la mia ex coinquilina ecuadoregna, navigare negli internet cafè gestiti da cinesi, prendere ogni giorno la mia copia gratuita di Metro e Herald am dalla mani di un ragazzo brasiliano, vedermi la finale di Sanremo mangiando lasagna e bevendo lambrusco a casa di emiliani e napoletani, andare a vedere un concerto celtico con uno slovacco e comprarmi le batterie per la mia radiosveglia nel mio bazar pakistano preferito, all'interno del quale una simpatica coppia di sudafricani governa un box che offre per pochi euro lo sblocco illegale di simcard telefoniche?
  • La musica
Dublino è musica. Da queste parti quasi tutti suonano uno strumento musicale e tutti amano la musica. Ma non è la qualità o la quantità della musica che fa di Dublino una città musicale, quanto l’unione tra musica e città. Lo scorrere del Liffey, il discutere dell’ultimo match di calcio gaelico, l’attesa per una pinta di Guinness è ritmato da una melodia che ho imparato a riconoscere solo recentemente. Un’armonia leggera che avvolge la città. Questa melodia avvolgente non la si trova nei pub con musica dal vivo di Temple Bar o nei grandi eventi musicali con le rock star americane o inglesi, ma nei piccoli pub di periferia dove periodicamente si riuniscono a suonare semplici Dubliners o nei negozi musicali che hanno sempre una saletta accogliente dove liberamente si può provare uno strumento musicale. Oppure più semplicemente basta sedersi in una panchina del St. Stephen's Green Park e vedere la gente passeggiare ognuna con il suo ritmo.
  • Glasnevin Cemetery
Il primo posto che consiglio di visitare ai turisti occasionali. Il Glasnevin Cemetery venne costruito nel 1832 per i cattolici, i quali incontravano difficoltà a celebrare i riti funebri della propria fede nei cimiteri protestanti della città. Molti monumenti e tombe presentano un carattere palesemente patriottico; dunque numerose croci, arpe, trifogli e altri simboli irlandesi. Qua troverete le tombe di Daniel O’Connell, Charles Steward Parnell, Michael Collins e altri patrioti e martiri irlandesi. Commovente il monumento eretto alla memoria di coloro che nel secolo scorso si lasciarono morire dalla fame per la causa dell’indipendenza irlandese. Evitate le visite guidate. Andate nel tardo pomeriggio prima del tramonto e attraversando il querceto lasciatevi incantare dalle antiche croci celtiche ricoperte di muschio e rampicanti e dai monumenti di granito riposo dei numerosi corvi.
  • L'ottimismo
Le multinazionali americane responsabili del boom dell' economia irlandese negli anni novanta stanno una alla volta andando via, l’edilizia è ferma, il debito pro capite aumenta sempre più come l’inflazione e il caro vita, la disoccupazione cresce. Ma tutto questo non turba gli irlandesi. Follemente e stupendamente incoscienti guardano al futuro con inalterato ottimismo. E continuano a sposarsi, a sfornare figli, a indebitarsi, a spendere milioni di euro in birre i fine settimane. Continuano a sperare nel domani e a non aver paura del futuro. Come è lontana l’Italia.

Pic: Liberty Hall e Custom House, Dublin
Song: Relativity – Gracelands
Link: www.glasnevin-cemetery.ie

giovedì 6 marzo 2008

Numeri al quartiere georgiano


Ho cambiato routine. Ora non mi alzo più alle 6.30 ma alle 8.15. Ho ripreso ad andare regolarmente in piscina e a uscire durante la settimana e non solo negli affollati fine settimana. Vado a letto dopo la mezzanotte e ogni tanto la mattina, se non nevica, riesco anche a fare jogging nel St. Annes Park fino alla Bull Island. Come i primi mesi che ero a Dublino.
La novità è che dopo il tradizionale leaving party per salutare gli ex colleghi ho cambiato lavoro. Da alcune settimane lavoro nell’headquarter europeo della società di consulenza Accenture. Sono ancora in fase di formazione; a breve inizierò il mio lavoro che avrà a che fare con l' IT. La sede Accenture di Dublino ha vinto l’anno scorso il premio “Ireland's Best Places to Work”. In effetti, il clima è piacevole, pare che si possa fare carriera in modo veloce e meritocratico, il mio supervisor è una persona che m’ispira fiducia e pare che conti su di me, nel mio piano ci lavorano ragazzi molto simpatici e le ragazze che benché facciano le analiste e le IT consultant sembrano uscite da una sfilata di moda. A me divertono anche le tipiche menate da multinazionale americana (dress code molto formale con jeans e sneakers banditi tranne che per il Casual Friday, dove pare di stare in una comune di bikers anarchici da come si vestono i colleghi oppure l’Irish full breakfast gratis il venerdì mattina nella canteen). Lavorare in Accenture pare che faccia molto curriculum. Da quando ho inserito il mio nuovo lavoro nel mio CV su Monster, sono diventato miele per i recruiters-orsi che mentre prima quasi m’ignoravano, ora continuano tutti i giorni a chiamarmi e a tentarmi offrendomi interview per posizioni a volte assai interessanti.
Una dei punti di forza dell’azienda è la localizzazione. Con la Dart arrivo a lavoro in dieci minuti e riesco a essere alle 9.00 seduto sul mio desk uscendo da casa alle 8:35. Il grattacielo dell’Accenture si trova in centro nella Dublino georgiana sul Grand Canal Dock che sfocia nella Dublin Bay tra sede europea di Google e quella di BT. Il quartiere georgiano è la parte più ricca ed esclusiva di Dublino, dove lavorano e si divertono molti dublinesi facoltosi, circondati dalla magnificenza degli splendidi palazzi georgiani eretti nel XVIII secolo, epoca che vide il massimo splendore della città. Questo è anche il cuore amministrativo del paese e dove sono presenti luoghi preziosi come il Leinster House (il parlamento irlandese), il National Museum, la National Gallery e il Natural History Museum e le più belle piazze di Dublino: Merrion Sq e Fitzwilliam Sq. Le strade che si dipartono da queste piazze ospitano le sedi delle più importanti aziende del paese. Al primo accenno di sole, gli impiegati si riversano nei parchi oppure seguendo l’esempio di vecchi abitanti del quartiere (Oscar Wilde, W.B. Yeats e Patrick Kavanagh) passeggiano pigramente lungo gli argini del Grand Canal.
Per completare la nuova fase di vita irlandese ora il problema è trovare casa da quelle parti. I prezzi sono alti (camera singola a 800 euro, monolocale a 1.400 euro) e le offerte poche. Essendomi stancato di andare a cercare double room o deprimenti studio/monolocali ho deciso di affittare una bella casa georgiana con due o tre stanze e poi dividere l’affitto con uno o due coinquilini (a chi interessa la cosa mi contatti!). In futuro non escludo di cambiare azienda, ma se rimango a Dublino, scarto l’ipotesi di andare a lavorare distante dal quartiere georgiano, dove ora respiro aria di business, di storia e di letteratura.

Pic: Accenture, Grand Canal Dock, Dublin
Song: Rita Marcotulli – Numeri
Link: www.accenture.com/